Tokyo 2020, Letizia Paternoster vede il bicchiere mezzo pieno: “Con un anno altro anno posso migliorare ancora di più”
Letizia Paternoster punta ancora più decisa ai Giochi Olimpici. La ciclista della Trek-Segafredo, infatti, intervistata da Eurosport ha spiegato che un anno potrebbe servire per farla crescere ulteriormente, visti anche i miglioramenti esponenziale che ha avuto nell’ultimo anno. Così l’iniziale sconforto (accompagnato comunque dalla consapevolezza che quella del rinvio fosse la scelta giusta) si è trasformato pian piano in motivazione per inseguire ancora con maggior determinazione il sogno olimpico. Inoltre, lavorare già da ora all’obiettivo, sia pur solo mentalmente, potrà essere anche un aiuto per superare con maggiore facilità questa quarantena, che l’atleta azzurra sta trascorrendo da sola.
“Sono proprio stufa di stare chiusa in casa, però teniamo duro. Ormai siamo quasi arrivati alla fine di questa lunga quarantena, per me da sola. Dicono che ciò che non uccide fortifica, speriamo sia davvero così – ha spiegato prima di commentare il rinvio dei Giochi di Tokyo – Inizialmente è stata un po’ una doccia fredda, perché ero già mentalizzata al 100% per arrivare in massima forma ai primi giorni di agosto e facevo tutto in funzione per questo grande sogno. Poi però mi sono detta che mi sento migliorata in questo ultimo anno e la mia parte razionale ha cominciato a pensare che se sono migliorata in un anno così, con un altro anno c’è di che ben sperare e quindi tengo duro e sfrutto questo tempo per poter migliorare ancor di più. Alla fine dalla mia posso dire che ho di buono l’età e non è una cosa troppo malvagia ecco”.
Dopo aver spiegato di non sentire alcuna pressione (se non quella che si mette lei stessa) e aver rivelato l’importanza di Maurzio Fondriest per farla approdare al mondo del ciclismo (“I miei genitori volevano mettermi il tutù”), la forte ventenne ha voluto lanciare un appello anche a tutti gli automobilisti, memore dell’incidente che l’ha vista coinvolta lo scorso novembre: “Dovrebbero inventare una quarantena tra macchine e ciclisti che duri per sempre – ha esordito scherzando, prima di farsi subito seria – Bisogna stare attenti e avere tanta sensibilità quando si è al volante e pensare che quel pedone, quel ciclistia, quell’utente debole della strada sia il proprio figlio o il proprio genitore. Quindi ,abbiate sensibilità perché ci si può rimettere la vita e rovinare intere famiglie”.
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